| Un brivido in Città
Il Santuario di San Bernardino alle Ossa
Sabato 10 novembre 2018
Ore 10.00, appuntamento in P.zza Santo Stefano
Minimo 20 – max 40 partecipanti
Data ultima di prenotazione 30 ottobre 2018
Costi
Quota individuale di partecipazione (min.20-max 40 partecipanti): Socio Assdi e un famigliare € 12,00 – Esterni € 15,00
La quota comprende: Visita guidata condotta da un esperto della Mirios s.n.c., auricolari per un migliore ascolto, durata della visita 90 minuti
Per prenotazioni inviare e-mail a:assdi.cultura@libero.it;
per eventuali informazioni tel. 3405376609 MARIAGRAZIA – 3358351199 MARIA TERESA
Le prenotazioni dovranno pervenire indicando: “San Bernardino alle Ossa 10/11/2018 - NOME E COGNOME .RECAPITO TELEFONICO: ....numero dei partecipanti specificando se soci o non soci”
Il pagamento deve avvenire (dopo conferma da parte nostra di effettuazione della visita) tramite un bonifico intestato ad: Associazione Dipendenti Banca Intesa Milano
IBAN IT56E0335901600100000019622 BANCA PROSSIMA
Con causale: San Bernardino alle Ossa 10/11/2018 – inviandone poi copia via e-mail a: assdi.cultura@libero.it
Le origini la chiesa di San Bernardino risalgono al XIII secolo, ma la sua storia va ricostruita a partire dal 1145, anno in cui, nei pressi della basilica di Santo Stefano (più precisamente in quella che è l'attuale via Brolo), venne edificato un ospedale con accanto un cimitero, che presto, però, si rivelò inadeguato. Fu così che nel 1210 venne eretta una piccola camera adibita a contenere le ossa esumate dal cimitero, a cui nel 1268 fu affiancata una chiesetta da usare come sepolcro per i Priori e i Fratelli che dirigevano l'ospedale. Solo un secolo più tardi, esattamente nel 1450, la chiesa fu dedicata a San Bernardino da Siena, proclamato santo in quell'anno. Nel 1642, però, il campanile della Basilica crollò, distruggendo sia l'Ossario che la chiesetta. Mentre quest'ultima fu subito ricostruita, l'Ossario, rifatto dalle fondamenta, fu ultimato nel 1695, distinguendosi subito come uno dei luoghi più tetri e macabri di Milano. Le pareti della cappella a pianta quadrata, infatti, sono interamente ricoperte di teschi e ossa recuperati dall'antico Ossario e usati come singolari decorazioni anche su porte, pilastri e cornicioni; ammucchiati entro nicchie, disposti a forma di croce, o in modo da riprodurre la lettera «M» (la chiesa è infatti dedicata a Santa Maria Addolorata). La credenza che molte delle ossa contenute nella camera fossero di cattolici perseguitati e uccisi da eretici seguaci dell'arianesimo, all'epoca in cui Sant'Ambrogio era vescovo di Milano (dal 374 al 397), fu presto smentita: le ossa appartenevano a semplici «Innocenti», nome con il quale fu battezzato inizialmente l'Ossario. Nel 1750 la Confraternita dei Disciplini fece costruire l'attuale Chiesa di San Bernardino (ad opera degli architetti Biffi e Merlo), posta a sinistra dell'Ossario, mentre la vecchia chiesetta fu adibita ad atrio della nuova, da quel momento chiamata «dei Morti» o «alle Ossa».
Una leggenda racconta che sulla sinistra dell'altare, in mezzo alle altre ossa, sia sepolto anche lo scheletro di una ragazzina. La notte dei morti la fanciulla esce dal suo tumulo passando per uno stretto pertugio e trascina con sé tutti i suoi simili. Gli scheletri ricomposti inscenano una danza macabra nel mezzo della cappella e vengono presto raggiunti anche dagli scheletri dei giustiziati, rinchiusi sopra la porta d'ingresso, verso la strada.
Al termine la visita prosegue con una passeggiata al milanese “Verziere”
“Lasciato l'angolo di via S. Clemente, il Verziere è la prima piazza che viene incontro, sede per secoli del mercato ortofrutticolo (da cui derivò l'appellativo) che venne lì trasportato sul finire del Settecento per ordine del conte Carlo Firmian, ministro plenipotenziario di Maria Teresa d'Austria, trasferendolo, dalle spalle del Duomo, appunto al brolo di S. Stefano. Negli ultimi cinquanta anni la zona è stata completamente trasformata, ma, ancora per tutto l'Ottocento, la piazza fu unica sede del mercato di frutta, verdura, carne, pesce e selvaggina, derrate che venivano offerte su bancarelle, in negozi e negozietti caratteristici. Al Verziere, punto obbligato di incontri, di traffici e anche di persone, soleva recarsi il poeta milanese Carlo Porta per ascoltare la piacevole cadenza del dialetto dalla bocca dei verzeratt; e proprio qui egli incontrò la Ninetta, una delle protagonista popolane dei suoi versi, ricchi di incantevoli ritratti di personaggi della plebe, del clero e dell'ultima decadente aristocrazia”*.
*"IL PALAZZO DI GIUSTIZIA" di Giulia Bologna, Direttrice dell'Archivio Storico Civico e della Biblioteca Trivulziana, edito nel 1988 dal Comune di Milano, Biblioteca Trivulziana
Scritto da Edoardo
il ottobre 18 2018 23:47:06
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